Assemblea
GRUPPO PRODUTTORI LATTE DI CAPRA
06-06-2014
Maurizio Sperati
Nel 2013 si è assistito ad una inversione di tendenza che ha interessato il comparto caprino: rispetto al 2012 (Eurostat 27.944 ton), nel 2013 è aumentata la produzione nazionale di latte di capra (Eurostat: 54.500 ton). Un incremento significativo, che va visto anche alla luce della diminuita importazione di questa materia prima.
A calare non è stata la quantità in senso assoluto ma la disponibilità della materia prima all’interno della UE, fortemente ridottasi per acquisti da parte di Paesi terzi quali la Cina, che sta prepotentemente entrando nei nostri mercati con le sue politiche di acquisizione e approvvigionamento. Credo questo sia un forte indicatore che siamo nella giusta direzione.
Quanto in questi ultimi anni ci siamo detti sul progetto di creazione di una filiera caprina nazionale comincia a tradursi in atti concreti: abbiamo preso contatto con istituzioni, enti locali, associazioni, singoli allevatori ed avviato i primi nuclei di capre gestiti secondo logiche di benessere animale, alta qualità del latte, formazione ed informazione dell’allevatore, produzione selettiva (latte da bere - latte per trasformazione casearia), controlli e tracciabilità di filiera.
La prima fase di analisi di scenario è proseguita con lo sviluppo di un business plan a scenario “best case” e “worst case” di allevamento caprino, con l’individuazione dei parametri industriali del business, facendo dei distinguo per singola razza e per areale.
L’elaborazione del business plan è stata propedeutica all’avvio della fase più prettamente operativa, consistente nell’analisi desk circa le caratteristiche degli allevamenti da inserire nella filiera, in termini dimensionali e di distribuzione geografica.
Importanti risultati sono stati ottenuti in Sardegna (creato un database di soggetti economici del mondo agricolo interessati alla filiera caprina; sono state selezionate 15 iniziative di start-up con finanza agevolata da parte di giovani con un obiettivo di 5.000 capre in lattazione), nel Molise (accordi istituzionali informali con la Regione e fase di scouting tra gli imprenditori con un obiettivo di 5.000 capre in lattazione e strumenti finanziari di contratto di filiera o misure ISMEA), in Abruzzo (strutturato un database di potenziali contatti interessati e avvio rapporti con la Regione per sviluppo polo di 3.000 capre in lattazione). Nelle altre Regioni sono in corso audit e sopralluoghi, per verificare la presenza di condizioni favorevoli alla sviluppo della filiera.
Ci fa molto piacere evidenziare la giovane età dei candidati, che lavorano nell’azienda di famiglia o convinti sostenitori dell’allevamento caprino per passione o perché ritenuta una occupazione più in armonia con la propria filosofia di vita, ragazzi con un grado di studio medio-alto, potenziali capacità imprenditoriali, versatili nell’uso di internet e dei social media via web.