Assemblea
GRUPPO FORMAGGI DOP
06-06-2014
Attilio Zanetti
Per la prima volta dopo diversi anni la produzione di formaggi DOP, tra le punte di diamante dell’alimentare italiano, ha ceduto il passo. Nel 2013 infatti, a causa della limitata disponibilità di latte, e della maggiore remunerazione data da altri utilizzi, le quantità dei formaggi DOP immesse sul mercato si sono ridotte complessivamente del 2,5%; i decrementi più significativi, ma insufficienti per mantenere quotazioni soddisfacenti (vedremo poi perché), si sono visti nel Grana Padano e Parmigiano Reggiano, le cui produzioni nel 2013 sono calate rispettivamente del 2,8% e del 3,4%. Diminuite anche quelle dell’Asiago (-5,8%) e del Pecorino Romano che con un -2,7% ha confermato una scarsa disponibilità di questo formaggio.
Chiude in leggero aumento invece il Gorgonzola che, con gli incrementi quantitativi del secondo semestre, ha recuperato il disavanzo accumulato nei primi sei mesi, terminando il 2013 in leggero aumento (+0,6%). In aumento anche Mozzarella di Bufala Campana (+0,5%), Taleggio (+4,2%), Fontina (+1,5%) e Quartirolo Lombardo.
Molto bene sono andate le esportazioni, che continuano la loro corsa grazie al continuo successo del food made in Italy nel Mondo e agli ottimi risultati che si stanno registrando in ambito internazionale per il riconoscimento delle nostre eccellenze.
Il 2013 è stato il primo anno in cui le produzioni DOP hanno potuto contare sugli strumenti messi a disposizione dal pacchetto latte e dal pacchetto qualità, come la tutela ex-officio e la programmazione dell’offerta. I risultati sono stati incoraggianti per la tutela, mentre quelli della programmazione, specie se riletti alla luce di questi ultimi giorni, sono stati al di sotto delle attese.
La possibilità di attuare la programmazione dei volumi produttivi è stata intrapresa da diversi Consorzi con l’intento di intervenire bilanciando l’ offerta in base all’andamento del mercato, mantenendo comunque elevati livelli qualitativi nella produzione. Un uso intelligente e mirato della programmazione dovrebbe aiutare ad attenuare l’eccessiva volatilità dei prezzi. Purtroppo le strategie di medio lungo periodo non sempre sono state azzeccate o non sono state sufficientemente lungimiranti e, ai primi segnali di crisi del comparto, le quotazioni dei nostri due formaggi DOP principali (Grana Padano e Parmigiano Reggiano) hanno subito contraccolpi negativi.
Come sapete, negli scorsi anni ci siamo battuti per ottenere la tutela ex-officio e finalmente sono arrivati i risultati sperati. Oggi le nostre DOP sono tutelate all’interno di tutti gli Stati Membri e l’Unione Europea prosegue le negoziazione affinché siano riconosciute anche all’estero. Ed alcuni risultati si cominciano a vedere. Un recente esempio sono gli accordi bilaterali con Corea, Cina e Canada.
In particolare l’accordo con il Canada ha permesso di ottenere la tutela di ben 11 formaggi italiani a denominazione d’origine e, anche se non è stato possibile ottenere la soppressione dei marchi canadesi che evocano le denominazioni di taluni formaggi DOP, già registrati prima dell’entrata in vigore dell’accordo, si tratta comunque di un importante passo avanti! Certo, avremmo preferito una soluzione più restrittiva, ma non possiamo negare che il traguardo raggiunto è epocale. Se a questo aggiungiamo poi l’incremento delle quantità importabili soggette a licenza <sempre le stesse sin dagli anni 70!>, le prospettive per i nostri formaggi, per i quali c’è una domanda crescente, sono sempre più interessanti e le possibilità di incremento di vendita e di allargamento delle quote di mercato in aumento.
Dovrebbero concludersi a breve anche i negoziati dell’Ue con la Cina, che prevedono di ampliare l’elenco delle indicazione geografiche tutelate includendo 7 nuovi formaggi italiani, che per notorietà e volumi sono esposti a contraffazione.
Da alcuni mesi si lavora infine per l’accordo di libero scambio con gli USA che – come possiamo immaginare – si presenta particolarmente complesso.
La tutela delle DOP è diventato un requisito sistematicamente inserito dalla Commissione nei negoziati per gli accordi commerciali con i Paesi Terzi, il che ci rende ancora più fiduciosi e convinti che gli sforzi che stiamo facendo non sono vani. Dobbiamo impegnarci a lavorare sempre più assiduamente al fianco della Commissione per la tutela e la valorizzazione dei nostri prodotti nel mondo.