Assemblea
GRUPPO NAZIONALE DEL PECORINO
20-06-2016
Andrea Pinna - Assemblea 2016
Cari Soci,
i timori che avevamo manifestato in occasione dell’intervento dello scorso anno durante l’Assemblea hanno, purtroppo, trovato conferma.
L’aumento della produzione, appena accennato nella scorsa stagione è divenuto vertiginoso, ha saturato le richieste, facendo crollare il prezzo del prodotto finito e di conseguenza ha portato in basso il prezzo del latte ovino alla stalla.
Come se non bastasse la sovrapproduzione della scorsa campagna, anche quest’anno la disponibilità è in forte crescita e si prevede un nuovo enorme aumento produttivo: +20%.
Non c’è bisogno di essere fini economisti o esperti del settore per comprendere che è impossibile che incrementi così importanti non abbiano riflessi sui prezzi e che è praticamente impossibile per il settore trovare mercati di sbocco alternativi e remunerativi per volumi così importanti.
Uno scenario di instabilità che avevamo purtroppo ampiamente previsto e che sta creando gravi ripercussioni economiche e sociali su tutta la filiera.
Quali le soluzioni? Qualcosa è già stato fatto con il piano di regolazione della produzione di Pecorino Romano DOP, che ha come obiettivi, proprio quello di garantire una maggiore stabilità del mercato.
Il Piano di regolazione dell’offerta, infatti, si pone quale strumento di monitoraggio continuo della crescita produttiva, al fine di evitare che si creino squilibri così ampi tra produzione e domanda del mercato, a vantaggio di tutta la filiera. Tuttavia, l’approvazione tardiva del documento da parte del Ministero, che è arrivata solo lo scorso marzo, a campagna già iniziata, non ha permesso di destinare tempestivamente la materia prima a prodotti alternativi al Pecorino Romano.
Non è stato possibile, neppure, compensare, come negli anni precedenti, con la vendita del latte all’estero, perché i prezzi alla stalla troppo alti - rispetto a quelli pagati nelle nazioni concorrenti - ci hanno precluso anche questa alternativa.
Dal canto suo, la Regione Sardegna è intervenuta preparando un pacchetto di misure, soprattutto strumenti a carattere finanziario per aiutare il settore.
Non crediamo, tuttavia, che le conseguenze degli eccessi produttivi degli ultimi mesi, possano essere arginati con la sola politica di incentivazione promossa dalla Regione, le cui azioni, tra l’altro, sono destinate favore solo ad alcune imprese, escludendo inopinatamente quelle di trasformazione e commercializzazione a carattere non agricolo.
Riteniamo essenziale, invece, una seria politica di comparto, che coinvolga tutti gli operatori del mercato nell’organizzazione di una filiera moderna, che permetta il salto di qualità di cui ha bisogno il nostro settore.
Infatti, le quantità di latte di pecora prodotte nel 2016 (cosi come quelle di latte vaccino) sono troppo in eccesso per poter essere retribuite secondo il loro costo di produzione.
Un aiuto importante potrà venire, ancora una volta, dalle straordinarie performance realizzate dall’export anche con l’auspicata - e speriamo in tempi brevi - riapertura del mercato russo.
Vi lascio con l’auspicio di ritrovarci l’anno prossimo con uno scenario con meno tensioni e maggiori stabilità dei mercati. Buon lavoro a tutti.
i timori che avevamo manifestato in occasione dell’intervento dello scorso anno durante l’Assemblea hanno, purtroppo, trovato conferma.
L’aumento della produzione, appena accennato nella scorsa stagione è divenuto vertiginoso, ha saturato le richieste, facendo crollare il prezzo del prodotto finito e di conseguenza ha portato in basso il prezzo del latte ovino alla stalla.
Come se non bastasse la sovrapproduzione della scorsa campagna, anche quest’anno la disponibilità è in forte crescita e si prevede un nuovo enorme aumento produttivo: +20%.
Non c’è bisogno di essere fini economisti o esperti del settore per comprendere che è impossibile che incrementi così importanti non abbiano riflessi sui prezzi e che è praticamente impossibile per il settore trovare mercati di sbocco alternativi e remunerativi per volumi così importanti.
Uno scenario di instabilità che avevamo purtroppo ampiamente previsto e che sta creando gravi ripercussioni economiche e sociali su tutta la filiera.
Quali le soluzioni? Qualcosa è già stato fatto con il piano di regolazione della produzione di Pecorino Romano DOP, che ha come obiettivi, proprio quello di garantire una maggiore stabilità del mercato.
Il Piano di regolazione dell’offerta, infatti, si pone quale strumento di monitoraggio continuo della crescita produttiva, al fine di evitare che si creino squilibri così ampi tra produzione e domanda del mercato, a vantaggio di tutta la filiera. Tuttavia, l’approvazione tardiva del documento da parte del Ministero, che è arrivata solo lo scorso marzo, a campagna già iniziata, non ha permesso di destinare tempestivamente la materia prima a prodotti alternativi al Pecorino Romano.
Non è stato possibile, neppure, compensare, come negli anni precedenti, con la vendita del latte all’estero, perché i prezzi alla stalla troppo alti - rispetto a quelli pagati nelle nazioni concorrenti - ci hanno precluso anche questa alternativa.
Dal canto suo, la Regione Sardegna è intervenuta preparando un pacchetto di misure, soprattutto strumenti a carattere finanziario per aiutare il settore.
Non crediamo, tuttavia, che le conseguenze degli eccessi produttivi degli ultimi mesi, possano essere arginati con la sola politica di incentivazione promossa dalla Regione, le cui azioni, tra l’altro, sono destinate favore solo ad alcune imprese, escludendo inopinatamente quelle di trasformazione e commercializzazione a carattere non agricolo.
Riteniamo essenziale, invece, una seria politica di comparto, che coinvolga tutti gli operatori del mercato nell’organizzazione di una filiera moderna, che permetta il salto di qualità di cui ha bisogno il nostro settore.
Infatti, le quantità di latte di pecora prodotte nel 2016 (cosi come quelle di latte vaccino) sono troppo in eccesso per poter essere retribuite secondo il loro costo di produzione.
Un aiuto importante potrà venire, ancora una volta, dalle straordinarie performance realizzate dall’export anche con l’auspicata - e speriamo in tempi brevi - riapertura del mercato russo.
Vi lascio con l’auspicio di ritrovarci l’anno prossimo con uno scenario con meno tensioni e maggiori stabilità dei mercati. Buon lavoro a tutti.