Assemblea
GRUPPO PRODUTTORI FORMAGGI FUSI
20-06-2016
Paolo Ferrario - Assemblea 2016
Gentili Colleghi,
il 2015 è stato caratterizzato da una riduzione dei costi delle nostre materie prime. La fine delle quote latte, infatti, ha contribuito ad un calo delle quotazioni, il che ci avrebbe permesso di migliorare le nostre marginalità. I risparmi ottenuti sono stati però trasferiti sui prezzi dei prodotti, anche se ciò non ha portato ai risultati sperati sul fronte dei consumi.
I dati di vendita dello scorso anno, infatti, non sono esaltanti e fotografano un mercato molto fiacco, sia in termini di volumi di vendita che di frequenza degli atti di acquisto. Discorso che vale anche per i prodotti di primo prezzo.
Né dunque il calo dei prezzi, né tantomeno gli investimenti in qualità e innovazione delle nostre imprese sono serviti a dare una scossa ai consumi.
La stagnazione è dimostrata anche dal calo delle importazioni (-3,6% in volume), che scendono a meno di 36.000 tonnellate, con un deciso calo in valore (-17,7%).
Praticamente stabili le esportazioni che si mantengono sulle 4.800 tonnellate, seppur con cali in valore di quasi il 5% con la Spagna che resta la principale destinazione per i nostri prodotti.
Passando all’attività del Gruppo anche quest’anno abbiamo lavorato al tentativo di definire uno Standard Codex sui formaggi fusi. Abbiamo seguito in maniera costante i lavori dando il nostro importante contributo. La discussione, riavviata a fine 2014, è stata portata avanti in maniera serrata durante tutto l’anno passato.
Nonostante il permanere di posizioni contrastanti su aspetti chiave, non solo a livello internazionale, ma anche tra Paesi comunitari, l’iter per giungere a uno standard è proseguito incessantemente. Ciò anche per le richieste - soprattutto da parte del Comitato Codex europeo - di maggiori e più approfonditi confronti prima del passaggio a step successivi.
Sebbene si sia raggiunta una condivisione sul fatto che - in linea con la posizione italiana - il formaggio debba essere il principale ingrediente, non è stato trovato un accordo su come applicare tale principio. E ciò ha impedito di trovare il consenso tra i membri Codex.
Oltre ai temi del contenuto di formaggio, altre divergenze riguardano aspetti legati all’impiego di stabilizzanti e addensanti e alle disposizioni di etichettatura. Le medesime che già in passato avevano impedito di giungere a uno standard. Tanto che il report predisposto dal Gruppo di lavoro guidato da Nuova Zelanda e Uruguay si chiude proprio con la presa di coscienza dell’impossibilità di superare aspetti sui quali esistono posizioni storicamente divergenti. Report che sarà presentato alla Commissione Codex Alimentarius in vista dell’incontro del prossimo luglio che dovrà decidere come procedere.
Sono molti anni che parliamo di questo tema. Teoricamente il 2016 dovrebbe essere l’anno decisivo, nel senso che la Commissione Codex aveva fissato per il prossimo luglio la scadenza entro la quale presentare un testo per il voto di approvazione finale. Scadenza alla quale, visto lo stato attuale, non arriveremo certamente pronti e che temo possa essere posticipata, con il conseguente protrarsi della discussione ancora per diverso tempo senza beneficio per alcuno.
il 2015 è stato caratterizzato da una riduzione dei costi delle nostre materie prime. La fine delle quote latte, infatti, ha contribuito ad un calo delle quotazioni, il che ci avrebbe permesso di migliorare le nostre marginalità. I risparmi ottenuti sono stati però trasferiti sui prezzi dei prodotti, anche se ciò non ha portato ai risultati sperati sul fronte dei consumi.
I dati di vendita dello scorso anno, infatti, non sono esaltanti e fotografano un mercato molto fiacco, sia in termini di volumi di vendita che di frequenza degli atti di acquisto. Discorso che vale anche per i prodotti di primo prezzo.
Né dunque il calo dei prezzi, né tantomeno gli investimenti in qualità e innovazione delle nostre imprese sono serviti a dare una scossa ai consumi.
La stagnazione è dimostrata anche dal calo delle importazioni (-3,6% in volume), che scendono a meno di 36.000 tonnellate, con un deciso calo in valore (-17,7%).
Praticamente stabili le esportazioni che si mantengono sulle 4.800 tonnellate, seppur con cali in valore di quasi il 5% con la Spagna che resta la principale destinazione per i nostri prodotti.
Passando all’attività del Gruppo anche quest’anno abbiamo lavorato al tentativo di definire uno Standard Codex sui formaggi fusi. Abbiamo seguito in maniera costante i lavori dando il nostro importante contributo. La discussione, riavviata a fine 2014, è stata portata avanti in maniera serrata durante tutto l’anno passato.
Nonostante il permanere di posizioni contrastanti su aspetti chiave, non solo a livello internazionale, ma anche tra Paesi comunitari, l’iter per giungere a uno standard è proseguito incessantemente. Ciò anche per le richieste - soprattutto da parte del Comitato Codex europeo - di maggiori e più approfonditi confronti prima del passaggio a step successivi.
Sebbene si sia raggiunta una condivisione sul fatto che - in linea con la posizione italiana - il formaggio debba essere il principale ingrediente, non è stato trovato un accordo su come applicare tale principio. E ciò ha impedito di trovare il consenso tra i membri Codex.
Oltre ai temi del contenuto di formaggio, altre divergenze riguardano aspetti legati all’impiego di stabilizzanti e addensanti e alle disposizioni di etichettatura. Le medesime che già in passato avevano impedito di giungere a uno standard. Tanto che il report predisposto dal Gruppo di lavoro guidato da Nuova Zelanda e Uruguay si chiude proprio con la presa di coscienza dell’impossibilità di superare aspetti sui quali esistono posizioni storicamente divergenti. Report che sarà presentato alla Commissione Codex Alimentarius in vista dell’incontro del prossimo luglio che dovrà decidere come procedere.
Sono molti anni che parliamo di questo tema. Teoricamente il 2016 dovrebbe essere l’anno decisivo, nel senso che la Commissione Codex aveva fissato per il prossimo luglio la scadenza entro la quale presentare un testo per il voto di approvazione finale. Scadenza alla quale, visto lo stato attuale, non arriveremo certamente pronti e che temo possa essere posticipata, con il conseguente protrarsi della discussione ancora per diverso tempo senza beneficio per alcuno.