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Assemblea

GRUPPO PRODUTTORI FORMAGGI FUSI

06-06-2014

Paolo Ferrario


nel 2013 il mercato dei formaggi fusi non ha fatto registrare scostamenti significativi rispetto agli anni precedenti, confermando così consumi intorno alle 60.000 tonnellate.
Il settore si dimostra molto dinamico e innovativo. Negli anni abbiamo portato avanti un continuo miglioramento della qualità e creato tante nuove referenze. Non tutti i nostri sforzi sono però ripagati da aumenti significativi di consumi, anche se – a differenza di altri settori - stiamo soffrendo meno la crisi.
È, infatti, proseguito l’andamento positivo delle vendite delle fettine, mentre ha registrato una leggera flessione quello dei prodotti porzionati.

Abbiamo visto un aumento delle importazioni, mentre è nuovamente calato l’export. L’import dei formaggi fusi, con un incremento del 2,5%, ha ora superato le 38.000 tonnellate, per un valore di 138,5 milioni di euro, in aumento del 10,7%. Le esportazioni, invece, hanno segnato una flessione, sia in volume che in valore: con una riduzione del 4,2%, i volumi sono scesi sotto le 5.000 tonnellate, pari a 16 milioni di euro e con riduzione in valore del 2,8% rispetto all’anno precedente.

Visto questo panorama, dovremo forse essere ancora più bravi nel comunicare al consumatore le peculiarità e la versatilità dei nostri prodotti, impegnandoci maggiormente sul fronte della comunicazione istituzionale, per far conoscere tutte le positività dei nostri prodotti.
Dobbiamo peraltro lavorare con un quadro normativo che è il nostro tallone d’Achille. Le disposizioni vigenti non sono più al passo con le attuali esigenze dei produttori nazionali e delle tecnologie disponibili.
Lo scorso anno abbiamo lavorato valutando l’ipotesi di una nuova normativa, affrontando molti aspetti legati alla produzione e definizione dei formaggi fusi, incluso quello delle materie prime, come formaggio, latte, proteine, acqua ....
È emerso che esiste una reale difficoltà a procedere in questa direzione.

Dalla raccolta di dati e norme che abbiamo effettuato nei vari Paesi, abbiamo verificato l’esistenza di situazioni molto eterogenee. In alcuni Paesi vi è totale assenza di disposizioni specifiche, in altri esistono leggi molto dettagliate e vincolanti.
I formaggi fusi presentano peculiarità legate alla produzione, alla presentazione ed al vissuto del consumatore, differenti da quelle dei formaggi “tradizionali”. Peculiarità sulle quali oggi purtroppo riteniamo manchi un’adeguata sensibilità.

La proposta, quindi, per  una nuova normativa, innovativa ed al passo con i tempi, – almeno rispetto agli altri Paesi europei – rischia di non trovare terreno fertile su cui attecchire.
L’anno che ci attende servirà ad individuare e condividere nuove iniziative, magari proprio sul fronte dell’immagine e della comunicazione. Continueremo, quindi, a lavorare cercando di far conoscere meglio e di più questi prodotti che sono comunque tra i più venduti nel nostro Paese.