Il Mondo del Latte
L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE
12-07-2016
Luglio 2016
Anche quest’anno l’Assemblea di Assolatte è stata un momento importante per il nostro settore.
Non posso dire che in sala si respirasse aria di eccezionale ottimismo. Del resto, i dati sugli acquisti domestici parlano di una nuova struttura dei consumi, che mette in discussione i modelli del passato e penalizza alcuni prodotti del nostro settore, primo tra tutti il latte fresco.
La fine delle quote, poi, associata al blocco russo e al calo della domanda cinese, ha creato problemi lungo tutta la filiera, che oggi si confronta con chi si è presentato più pronto all’appuntamento del 31 marzo 2015, data dello stop definitivo al regime.
Infine, i dati macroeconomici fanno capire che la ripresa stenta ad arrivare.
Dalle parole che abbiamo ascoltato, però, quel che mi ha colpito di più non sono le preoccupazioni per i problemi contingenti (del resto gli imprenditori sono maghi nel trasformare i problemi in opportunità), quanto il forte disappunto e il dispiacere sincero per il clima nel quale si lavora.
Soprattutto nel mondo del food, infatti, continua a imperversare una continua e ingiustificata caccia alle streghe: non si cercano le cause dei problemi, ma fantomatici responsabili a cui addossarne le colpe.
È un atteggiamento che fa male a tutti, che semina sfiducia e allontana i consumatori.
Viene da chiedersi: cui prodest?
A chi produce? Non credo! A chi trasforma? Neanche per sogno! A chi vende? Figuriamoci!
L’ottimismo era poco, quindi, ma la grinta era tanta. La stessa di sempre, quella grinta che spinge a fare sempre meglio, a crescere, ad andare avanti e investire nonostante tutto e nonostante tutti. La determinazione di chi preferisce i fatti agli slogan, gli atti concreti alle tante parole che riempiono giornali e altri media, ma non le buste della spesa degli italiani.
Adriano Hribal
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