Il Mondo del Latte
L'EDITORIALE DE IL MONDO DEL LATTE
06-12-2022
Dicembre 2022
Qualche giorno fa, l’Ambasciata d’Italia a Washington ha organizzato un interessante incontro tra Assolatte e US Dairy, la grande associazione degli industriali caseari americani: molti i temi trattati, numerosi i punti di incontro.
La crescita della domanda di proteine animali traina il mercato mondiale.
In prima fila c’è l’Asia, dove hanno capito le proprietà nutrizionali di latte e derivati e questi prodotti trovano spazi crescenti nella dieta dei cittadini. Non va dimenticato, inoltre, che i mercati asiatici sono quelli dove il progresso economico si fa sentire con più forza, con un numero di famiglie che entra a pieno diritto nella “middle class” che cresce di anno in anno. Quindi? Vogliono arricchire la propria dieta con proteine di alto valore nutrizionale e mangiare meglio. Latte, burro, formaggi e yogurt rispondono benissimo a questa esigenza.
Bisogna dunque accontentare la crescente domanda mondiale, ma senza dimenticare la sfida della sostenibilità.
Le nostre filiere lavorano per realizzare prodotti sicuri e di qualità in modo sempre più sostenibile. Utilizziamo processi sempre più eco-friendly, che riducono i consumi di energia, di acqua e gli sprechi.
Facendo nostri i valori dell'economia circolare abbiamo investito sulle energie rinnovabili, con il fotovoltaico e i biodigestori.
Crediamo nel miglioramento del benessere animale e stiamo riducendo i quantitativi di plastiche che impieghiamo, senza dimenticare che per i nostri prodotti il packaging è fondamentale per garantire sicurezza e vita commerciale.
Su tutti questi temi c’è unità di intenti con gli industriali Usa. Come è comune il sentimento verso i prodotti sintetici, che alcuni vorrebbero spacciare per sostituti ecologici di latte e derivati, mentre sono prodotti di laboratorio, che non hanno nulla di naturale.
Il dialogo è destinato a continuare. Anche perché, non va dimenticato, il Nord America è un mercato eccezionale per i formaggi italiani, con tassi di crescita di tutto rilievo, anche in questi mesi tanto difficili.
Se il trend della prima parte dell’anno proseguisse, il 2022 potrebbe chiudersi con un fatturato export verso Usa e Canada di 500 milioni di euro.