Prodotti Delattosati (senza lattosio)
Cosa vuol dire esattamente essere intolleranti al lattosio? Scoprilo insieme a noi...
I latticini sono un prodotto fondamentale della tradizione gastronomica italiana: latte, formaggi, burro e gelati sono alimenti popolarissimi nel nostro regime nutrizionale, eppure, anche se sembrerebbe impossibile rinunciarvi, vi sono persone costrette a farlo. Si tratta di coloro che sono intolleranti al lattosio: ma cosa vuol dire esattamente?
A livello dell'intestino tenue, per azione di un enzima chiamato "lattasi", il lattosio viene idrolizzato in due zuccheri semplici (glucosio e galattosio), successivamente assorbiti dall'organismo; un deficit di lattasi può però limitare o impedire questa scissione e di conseguenza l'utilizzo del lattosio. Tale impossibilità di digerire il lattosio è la causa della cosiddetta intolleranza, una condizione associata a sintomi specifici come dolore addominale, gonfiore e diarrea.
Le cause principali dell'intolleranza al lattosio possono avere varie origini: di solito il motivo della perdita di lattasi è di tipo genetico, ma principalmente sono forme temporanee provocate da virus acuti o danni alla mucosa intestinale, per non parlare dei deficit dovuti a diete scorrette e terapie antibiotiche prolungate.
Purtroppo, questo genere di condizione sta diventando sempre più spesso una moda da parte di persone che, erroneamente informate, cambiano il loro modo di alimentarsi, riconoscendosi nelle descrizioni trovate su internet e ricorrendo a diete fai da te, a volte anche dannose per la salute. Escludere improvvisamente latte e derivati dal proprio regime alimentare, infatti, può ridurre la concentrazione di sostanze antinfiammatorie nel colon e può portare a una carenza di calcio e vitamina D.
In realtà il lattosio va eliminato dalla dieta solo quando davvero necessario e sempre dietro indicazione di un medico nutrizionista che abbia diagnosticato i sintomi di un'eventuale intolleranza: in questo caso, sarà lo stesso medico a prescrivere una dieta ad hoc con alimenti ricchi di calcio che compensino l'assenza di latticini.
In Italia il deficit di lattosio coinvolge circa il 40% della popolazione, con una tendenza in crescita procedendo da Nord a Sud [1]; tuttavia, ciò non implica automaticamente che 4 italiani su 10 siano costretti a modificare le proprie abitudini alimentari. L'intolleranza, infatti, non sempre è una condizione di mancanza assoluta di lattasi e, in ogni caso, l'intensità dei sintomi varia da persona a persona.
In situazioni non ancora patologiche, i nutrizionisti suggeriscono di non smettere completamente di consumare latticini, ma di assumerne ogni giorno piccole quantità per stimolare l'intestino a produrre lattasi. Nel caso non dovessero esservi miglioramenti con questa tecnica, l'alternativa è passare al consumo di prodotti delattosati.
Oggi il 10% del latte in vendita è senza lattosio e i prodotti da esso derivati (mozzarella, ricotta, burro, mascarpone) risultano identici a quelli tradizionali sia per gusto che per valori nutrizionali, ottenendo così il favore dei consumatori. Vi sono però anche prodotti naturalmente a basso contenuto di lattosio (come yogurt e latti fermentati) o completamente privi di questo zucchero (come formaggi a lunga stagionatura, tipo Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino e Gorgonzola), che risultano ben tollerati.
Per fortuna, oltre alla maggiore disponibilità di prodotti adatti alle esigenze di chi soffre di intolleranza, sta diventando molto più semplice riconoscere le loro caratteristiche specifiche, che vengono riportate sulle confezioni.
[1] S. BIALE, Una dieta 'lactose free' senza rinunciare ai latticini? Si può, L'Attendibile. Giornale di Nutrizione e Informazione (n° 57, ottobre 2016).