Latticini fanno male
Latticini fanno male
I latticini fanno male? Questa è probabilmente una delle domande del secolo. E qui vi spiegheremo perché la domanda si pone e soprattutto vi chiariremo perché la risposta è negativa.
Grazie all’uso sempre maggiore di internet, dei forum e dei social network, le notizie, vere e sbagliate che siano, si diffondono a macchia d’olio in pochissimo tempo, creando scompiglio e molta disinformazione. Infatti, quando si pubblica una notizia senza verificarne le fonti, si può scrivere qualunque cosa senza spesso dare la possibilità a chi è esperto in materia di controbattere.
L’accusa più celebre nei confronti di chi consuma il latte è che questo sia dannoso per l’uomo se bevuto dopo la fase di svezzamento, e che non ha logicità berlo perché non lo fa nessun altro essere vivente superata questa fase. Come afferma il Dott. Cavalli Sforza[1], illustre genetista, l’uomo è l’unico mammifero al mondo che continua a bere il latte anche dopo lo svezzamento, grazie all’evoluzione genetica che l’ha portato dov’è ora, dopo migliaia di anni; quindi se gli altri mammiferi si fossero evoluti allo stesso modo, probabilmente anche loro berrebbero il latte anche in età adulta. Tra l’altro, animali domestici quali cani e gatti bevono tranquillamente e perlopiù con piacere il latte vaccino, anche se non è indicato nella loro dieta, senza porsi minimamente il problema se quello è un latte che proviene da una mucca o da un essere della loro specie. Anche l’affermazione che si fa secondo la quale è sbagliato bere il latte vaccino perché l’essere umano non è un vitello, non ha nessun fondamento logico, perché ovviamente il vitello e l’essere umano hanno caratteristiche diverse: mentre il vitello ha bisogno del 10% di latte corrispondente al suo peso per poter crescere, l’essere umano ne necessita invece soltanto di 3 millesimi del suo peso.
Quindi non è una questione di latte ma di quantità di latte.
Un’altra accusa di cui gli oppositori al latte non possono proprio fare a meno è la sua cancerogenicità. L’effetto cancerogeno ipotizzato sarebbe dovuto infatti alla caseina, una delle proteine del latte assieme a quelle del siero, che favorirebbe l’insorgenza di cancro alla prostata. Ovviamente questa teoria non è supportata da nessuno studio scientifico, mentre esattamente il contrario è dimostrato da l’American Institute for Cancer Research [2], ossia che il consumo di latte possa aiutare a prevenire il cancro al colon. Sono stati dimostrati rischi effettivi di favorire il cancro alla prostata solo in caso di un consumo giornaliero di latte superiore a 1,25 litri, ipotesi poco plausibile data la grande quantità di latte di cui stiamo parlando.
Chi vuole indurre gli altri ad eliminare il latte e i latticini affermando che fanno male, spesso asserisce che il calcio contenuto al loro interno sia contenuto anche in altri alimenti vegetali, quali broccoli o fagioli, e che quindi non è affatto necessario consumare il latte per assimilare il calcio necessario a proteggere e far sviluppare le proprie ossa. Il fatto che i vegetali contengano calcio è vero, ma il problema è che questo minerale è più facilmente assorbibile se assunto in una fonte come il latte, piuttosto che nelle verdure, e inoltre il latte è in grado di fornire all’organismo ben il 50% del fabbisogno giornaliero raccomandato.
Un altro falso mito, sempre legato all’assunzione del calcio, è che la sua assunzione non aiuti la prevenzione di patologie severe come l’osteoporosi. Quest’affermazione è piuttosto grave, perché come evidenziato dal Libro Bianco sul latte e i prodotti lattiero caseari, l’assunzione di una buona quantità di calcio durante il corso della vita è importantissimo nella prevenzione dell’osteoporosi, che è proprio dovuta a un suo mancato e costante apporto.
Sempre legata al corpo umano gira in rete una bufala per la quale il latte sarebbe un alimento altamente acidificante in grado di rendere il sangue acido. Questo potere acidificante sarebbe dovuto alle grandi quantità di amminoacidi solforati. Ovviamente però qualsiasi ricerca ha dimostrato che nessun alimento è davvero in grado di acidificare il sangue.
Riferimenti
- Cavalli Sforza, L. and F. Cavalli Sforza, Evoluzione genetica e culturale, in Treccani.it2010.
- World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research. Food, nutrition, physical activity, and the prevention of cancer: a global perspective. Washington, DC: AICR. 2007.